Grazie di esserci

Grazie di esistere!

spero presto di poterlo vedere

Recensioni che sopravvalutano il film. E poi la Ferilli tirata a lucido nel contesto del film stona alla grande.

La solita schifezza italiana

film bello,una bella storia e ottima interpretazione.Bravo Mainetti

ma quando mai? Interpretazione di chi? Attori al limite della bestemmia. Ferilli come al solito inutile. Pessima regia. Fotografia imprecisa. Comparse messe a caso che non sanno cosa stanno facendo e guardano gli attori o indicano la camera.
Ambientazioni totalmente sballate.
Inquadrature da serie tv.
Ma che gusti avete?

Basta guardare l'immagine di due che hanno un lampione giallo sulla testa e tutto il resto buio XD non esistono più le luci gialle nei ristoranti dagli anni 70

Questi critici-fai-da-te sono una specie curiosa: non vedono un film per viverlo, lo sezionano con la delicatezza di un macellaio e l'empatia di un robot contabile. Se una pellicola osa emozionare troppo, è “melensa”. Se è asciutta e sottile, è “pretenziosa”. Se è accessibile, è “commerciale”. Se è sperimentale, è “incomprensibile”. Loro sono sempre lì, con l’aria afflitta di chi ha visto troppo Bergman e troppo poco sole.
E mentre il pubblico comune, poveri ingenui spettatori con il cuore aperto, si commuove per una scena ben recitata o si diverte con una trovata brillante, il Critico Cosmico annuisce con sdegno, si gratta la barba immaginaria e borbotta “ci sono errori di montaggio al minuto 32, ma voi non capite.” Ah no, scusa. Hai ragione tu. Dovremmo tutti rivederci Persona per la quarta volta prima di osare apprezzare un film che scorre bene ed è pure godibile.

Il paradosso è che questi critici da salotto sono allergici a una cosa soltanto: la semplicità fatta bene. Non la tollerano. La semplicità li innervosisce. Per loro, se un film non ti confonde, non ti tiene sveglio la notte con dubbi metafisici e non ti fa cercare “spiegazione finale coniglio gigante significato cosmico” su Google, allora non è vero cinema.

E allora sai che c’è? Viva i film che scorrono, che si fanno amare senza chiedere permesso, che emozionano anche senza bisogno di una cartella stampa lunga 18 pagine. Viva chi li fa con passione. E viva chi li guarda con il cuore, non con la voglia di pontificare a ogni fotogramma.

Il cinema non è un quiz a premi né una scalata all’intelligenza. È arte, è emozione, è anche intrattenimento. E no, non c’è niente di male ad apprezzare un film “bello” senza doverlo smontare pezzo per pezzo per dimostrare che sei più intelligente del regista.

Il film è davvero bello. Guardatelo.

Credo che, a furia di pellicole americane riempite di effetti speciali, esplosioni e CG a profusione, ma del tutto prive di atmosfera, si scambi la povertà dei mezzi impiegati con l'effettiva qualità del prodotto.
Il regista cerca di rinvigorire la tradizione del cinema di genere italiano degli anni settanta, periodo in cui di certo non abbondavano gli investimenti e nondimeno si sfornavano film che poi hanno fatto scuola, e ciò gli fa onore.
Se avessero affidato il film a una casa di produzione americana e l'avessero infiocchettato con mille fuochi di artificio (come va di moda oggi), molti starebbero qui sotto a sperticarsi in lodi.
Una pellicola di genere, a mio avviso, va valutata per gli spunti, le atmosfere e la freschezza, non con gli stessi parametri di una super produzione o di un film d'autore (tra l'altro, che se ne importa delle sbavature tecniche in un contesto di questo tipo).
Infine, la tanto vituperata Ferilli non se l'è cavata male, al pari di tutto il cast.